RIVISTA

EDIZIONE CASA ED ELEGANZA N° 5

Da sempre l’uomo ha cercato di lasciare un segno nel tempo – un tempo che, peraltro, Albert Einstein ha scoperto non esistere – e quindi un segno che potesse rimanere a memoria del suo passaggio su questo pianeta. L’uso della lingua, di un linguaggio orale, è uno dei tratti più cospicui che distingue l’Homo sapiens da altre specie. Tuttavia, troviamo, fin da prima che l’uomo lo utilizzasse, segni sulle pareti delle grotte, passando attraverso i più grandi artisti del Rinascimento – Michelangelo, Leonardo, Parmigianino, Giotto e molti altri – fino a giungere ai giorni nostri. Artisti molto diversi che però raccontano sempre storie del presente o del passato, come Shepard Fairey o Banksy, per citare quelli più conosciuti. Tutti artisti che fondamentalmente lasciano un segno che ci racconta qualcosa. Nelle nostre case oggi siamo abituati a lasciare segni che sappiamo già che cadranno nell’oblio, che si perderanno nel tempo: la vita che stiamo vivendo sembra essere più “di consumo”. Non è fatta per durare e probabilmente non durerà. Abbiamo un eccesso di immagini che vengono vendute, ristampate e pubblicate in mille modi diversi sotto forma di quadri economici, carte da parati o pareti digitali. Cose bellissime ma che possiamo ritrovare un po’ ovunque. Abbiamo un po’ perso il gusto per l’unicità, per il comunicare un’ appartenenza, mentale o filosofica. Un ricordo di famiglia è oggi una fotografia che abbiamo nel nostro smartphone o nei nostri social e sembra che il senso di appartenenza sia venuto a mancare. E con esso anche il gusto per le cose uniche. Ho di recente sentito per caso una bellissima frase: “…è un perfezionista, per lui la frase il tempo è denaro non significa nulla…” . Ritengo sia una grande verità: le cose importanti non si costruiscono in un giorno. Per creare una leggenda servono alcuni ingredienti, qualcosa da comunicare, un talento e una parete bianca su cui iniziare a fare qualcosa di memorabile. Qualcosa che resterà lì e parlerà di noi.