ILLUSIONI E FUTURO

La mostra delle illusioni di Padova, che ho visitato recentemente, è stata uno spunto di ragionamento sulla vita molto appassionante: guardare una cosa e sapere già da prima di guardarla che quella cosa è altro da quello che si pensa, eppure continuare a guardarla in quel modo: tutto ciò può giungere a creare una condizione di confusione e di stordimento nella propria testa.

È un gioco ovviamente, un divertimento, e lo prendiamo come tale. Ma cosa succede se portiamo quel gioco “di specchi” nella nostra realtà? Quante sono le cose reali che vediamo e quante invece quelle che “pensiamo” di vedere? Credo che tutti vorremmo una facile risposta a questa domanda: l’idea di scoprire il trucco dell’illusionista ce la portiamo dietro fino dall’infanzia; i giochi di carte, gli specchi deformanti, le immagini che sembrano una cosa e sono invece un’altra. Il grande mistero forse non è quello che c’è davanti a noi ma quello che si cela dentro di noi. La nostra visione del mondo è fatta di esperienze personalmente e singolarmente vissute, ma un dato accomuna tutti ed è il miraggio di qualcosa che non riusciamo a capire pienamente e che invece vorremmo capire, quel “segreto” che una volta scoperto ti fa dire “tutto lì?”

OS’È, IN FONDO, UN’ILLUSIONE? QUALCOSA CHE SI FORMA NELLA NOSTRA MENTE E CHE AI PIÙ POTREBBE SEMBRARE IRREALE: UN MIRAGGIO APPUNTO.

uando guardiamo qualcosa nella nostra mente, la formiamo nel modo in cui la vorremmo davvero, con effetti nella realtà a volte deludenti, a volte più aderenti al nostro desiderio. In sostanza vediamo quello che potrebbe essere il nostro futuro.
In questi tempi tutti gli avvenimenti che ci circondano potrebbero portarci a pensare che il mondo di domani sarà problematico e difficile, ma quello che spesso perdiamo di vista è che il futuro rimane un’incognita finché non diventa una realtà, e quella realtà è creata dalle persone, persone come me e come te, e che la nostra responsabilità è proprio quella di creare un’illusione che diventi una realtà che sia degna di noi, dei nostri figli, dei nostri amici e anche delle persone che non conosciamo.
“Il futuro non è scritto”recita il titolo di un film di Julian Temple, e io sono completamente d’accordo.

Impariamo anche dalle cose che non ci piacciono.

di Gianluca Piroli