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GUGGENHEIM MUSEUM

LA CASA DELL’ARTE: UN VIAGGIO TRA
NEW YORK, VENEZIA, BILBAO E ABU DHABI

TESTO DI ELISABETTA RIVA – FOTO DI ARCHIVIO GUGGENHEIM MUSEUM
Oggi “Guggenheim“ significa in tutto il mondo arte, moderna in particolare, ma anche incredibili progetti architettonici che custodiscono opere di grandi artisti internazionali. Dal Solomon R. Guggenheim Museum di New York, alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, passando per Bilbao fino ad Abu Dhabi: in questo articolo compiremo un breve viaggio tra la maestria di architetti che sono entrati nella storia e sono stati capaci di cambiare il volto e le sorti di zone o intere città. Esempi mirabili del dialogo di successo tra arte, architettura e urbanistica. Pronti a partire?
Compirà 65 anni nel 2024 il Museo Solomon R. Guggenheim di New York: il 21 ottobre del 1959 erano 3000 le persone in coda per l’apertura. C’erano voluti 16 anni da quando il collezionista Solomon Robert Guggenheim e Hilla Rebay (curatrice della collezione) avevano chiesto a Frank Lloyd Wright di progettare un museo, ma quell’architettura aveva già conquistato l’attenzione degli abitanti della Grande Mela mentre veniva realizzata. Il “tortino” o la “lavatrice”, così veniva chiamato l’edificio che, con le sue linee curve, rompeva le linee squadrate delle strade e dei grattacieli della metropoli americana, ma al tempo stesso ne sarebbe diventato uno dei landmark fondamentali.

Queste informazioni sono note ai più, ma vi sono anche alcuni fatti poco risaputi su questo celebre museo e a noi piacciono molto le curiosità: i vincoli urbanistici di New York erano molto rigidi e il progetto del Guggenheim Museum di Frank Lloyd Wright non rispettava alcuni dei parametri, come quello che voleva l’ingresso dell’edificio più distante dal marciapiede. Robert Moses, commissario all’urbanistica della città, era però imparentato come lontano cugino con Wright e forse anche per questo gli scrisse “non importa quante regole devono essere infrante, il museo deve essere costruito”; il nome originale doveva essere Museo della pittura non-oggettiva, ma il nome cambiò dopo la scomparsa di Solomon R. Guggenheim nel 1949 per essere dedicato a lui. Tuttavia Wright nei suoi progetti l’ha sempre chiamato Archeseum, neologismo da lui creato che univa le parole museo e architettura; l’ispirazione per il Guggenheim Museum arriva quasi certamente da un progetto del 1925 dello stesso Frank Lloyd Wright, il Strong Automobile Objective, un planetario e ristorante con una vista panoramica pensati per la cima della Sugarloaf Mountain nel Maryland caratterizzato da una grande rampa a spirale per automobili; Frank Lloyd Wright non riuscì a vedere il Guggenheim terminato perché morì 6 mesi prima dell’inaugurazione. E neppure Solomon R. Guggenheim, che scomparve nel 1949, sei anni dopo aver commissionato l’edificio. Hilla Rebay rimase in vita fino al 1969, ma venne costretta a dimettersi nel 1952 dagli eredi di Guggenheim e non fu nemmeno invitata all’inaugurazione del museo.

Ci trasferiamo in Italia e precisamente a Venezia dove, presso Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande, ha sede la Collezione Peggy Guggenheim, uno dei più importanti musei italiani sull’arte europea ed americana del Novecento. Il Palazzo, un edificio dalla splendida facciata classica la cui costruzione era iniziata nel 1748 su progetto dell’architetto Lorenzo Boschetti e rimasto a tutt’oggi incompiuto, era la dimora privata di Peggy Guggenheim, ex moglie del celebre artista surrealista Max Ernst e nipote del magnate Solomon R. Guggenheim, nonché grande appassionata e collezionista d’arte. Il museo ospita dal 1980 la sua prestigiosa collezione personale, tra cui L’impero della luce di René Magritte, La donna luna e Alchimia di Jackson Pollock, Il clarinetto di George Braques, La nascita dei desideri liquidi di Salvador Dalí, Sulla spiaggia di Pablo Picasso, Materia di Umberto Boccioni, Paesaggio con macchie rosse n 2 e Verso l’alto di Vasily Kandinsky, Donna seduta II di Joan Miró, Scatola in una valigia di Marcel Duchamp, Il giardino magico di Paul Klee, Il bacio e La vestizione della sposa di Max Ernst, Uomini in città di Fernand Léger, La nostalgia del poeta di Giorgio de Chirico, La pioggia di Marc Chagall e Composizione n. 1 con grigio e rosso di Piet Mondrian. Nel 2012 il museo si è poi arricchito della prestigiosa Collezione Hannelore e Rudolph Schulhof, due facoltosi coniugi statunitensi che hanno donato alla collezione Guggenheim ben 83 opere di importanti artisti contemporanei quali ad esempio Andy Warhol, Cy Twombly, Sol LeWitt, Lucio Fontana, Anish Kapoor, Alberto Burri, Alexander Calder, Claes Oldenburg, Jasper Johns e Mark Rothko.
Il museo ospita inoltre il Giardino delle sculture Nasher e numerose mostre temporanee.

Ci trasferiamo in Italia e precisamente a Venezia dove, presso Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande, ha sede la Collezione Peggy Guggenheim, uno dei più importanti musei italiani sull’arte europea ed americana del Novecento. Il Palazzo, un edificio dalla splendida facciata classica la cui costruzione era iniziata nel 1748 su progetto dell’architetto Lorenzo Boschetti e rimasto a tutt’oggi incompiuto, era la dimora privata di Peggy Guggenheim, ex moglie del celebre artista surrealista Max Ernst e nipote del magnate Solomon R. Guggenheim, nonché grande appassionata e collezionista d’arte. Il museo ospita dal 1980 la sua prestigiosa collezione personale, tra cui L’impero della luce di René Magritte, La donna luna e Alchimia di Jackson Pollock, Il clarinetto di George Braques, La nascita dei desideri liquidi di Salvador Dalí, Sulla spiaggia di Pablo Picasso, Materia di Umberto Boccioni, Paesaggio con macchie rosse n 2 e Verso l’alto di Vasily Kandinsky, Donna seduta II di Joan Miró, Scatola in una valigia di Marcel Duchamp, Il giardino magico di Paul Klee, Il bacio e La vestizione della sposa di Max Ernst, Uomini in città di Fernand Léger, La nostalgia del poeta di Giorgio de Chirico, La pioggia di Marc Chagall e Composizione n. 1 con grigio e rosso di Piet Mondrian. Nel 2012 il museo si è poi arricchito della prestigiosa Collezione Hannelore e Rudolph Schulhof, due facoltosi coniugi statunitensi che hanno donato alla collezione Guggenheim ben 83 opere di importanti artisti contemporanei quali ad esempio Andy Warhol, Cy Twombly, Sol LeWitt, Lucio Fontana, Anish Kapoor, Alberto Burri, Alexander Calder, Claes Oldenburg, Jasper Johns e Mark Rothko.
Il museo ospita inoltre il Giardino delle sculture Nasher e numerose mostre temporanee. Ha da poco compiuto 25 anni il Museo Guggenheim di Bilbao, progettato dall’architetto canadese Frank Gehry e inaugurato nel 1997. Il Museo è un’istituzione di riferimento internazionale per l’arte e la cultura. Catalizzatore del cosiddetto “effetto Bilbao”, ha fatto da motore alla rigenerazione urbana, creativa e turistica della città basca, alimentando un formidabile dinamismo culturale e diventando un modello economico e urbanistico a cui molte città nel mondo si sono ispirate. Il museo si distingue per la straordinaria collezione di opere, la ricchezza del palinsesto di iniziative artistiche e l’approccio inclusivo con cui promuove la maggiore conoscenza, comprensione e diffusione dell’arte sia a livello locale sia internazionale, proponendo riflessioni sui temi chiave del nostro tempo proprio a partire dalle opere e dai percorsi artistici che espone all’interno delle sue gallerie. Ci piacciono i fatti poco noti e, anche a proposito del Guggenheim di Bilbao, non tutti sanno che, nella definizione della struttura esterna del museo, Frank Gehry si sarebbe fatto ispirare da una una famosa opera di Pablo Picasso del 1911, Il Fisarmonicista.

Esempio iconico del cubismo analitico, il dipinto ritrae un uomo, seduto, intento a suonare uno strumento musicale. La percezione del soggetto dell’opera non è immediata da parte dello spettatore, che deve decifrare la figura a partire da una serie di frammenti geometrici, che altro non sono che le diverse prospettive da cui è possibile osservare il soggetto stesso; il museo è considerato uno dei principali simboli del movimento del decostruttivismo, la corrente architettonica che rifiuta le regole canoniche del modernismo e abbraccia forme plastiche, irregolari e capaci di creare scenari fluttuanti. Il museo, la cui architettura esterna, interamente curva, è formata da oltre 40.000 lastre in titanio, pietra calcarea e cristallo, si presenta come un’enorme scultura dalle linee organiche; prima di scegliere il titanio, sono stati presi in considerazione 29 materiali diversi, tra cui acciaio inossidabile, rame e alluminio. Gehry ha dichiarato: «Ho passato molto tempo a cercare di capire la luce di Bilbao. L’acciaio che avrei dovuto usare all’inizio non emetteva nulla se esposto alla luce di quella regione. Il metallo sembrava morto sotto un cielo grigio. Ma per caso abbiamo scoperto che il titanio è molto adatto a questo tipo di luce»; e ancora, non è solo il progetto esterno a lasciare a bocca aperti i visitatori del Guggenheim di Bilbao: anche l’interno è egualmente affascinante e inaspettato. La hall si apre al pubblico come un fiore da cui, come petali, si dischiudono i volumi complessi delle 20 gallerie espositive, distribuite su 3 piani. Un sistema di passerelle e ascensori in vetro collega i livelli, che ricevono luce naturale grazie alle ampie aperture laterali che affacciano sul fiume e a quella superiore, che assicura illuminazione zenitale degli spazi.

Infine, è prevista per il 2026 l’apertura del Guggenheim di Abu Dhabi: il progetto, affidato sempre all’archistar Frank Gehry, punta a fondere design, arte e tradizione araba, trasformando il nuovo polo museale nel simbolo del nuovo distretto culturale della capitale, dove il cielo arabo incontra la sabbia dell’Isola di Saadiyat e le acque del Golfo Arabico.

Quello di Abu Dhabi sarà il museo Guggenheim più grande al mondo: con una superficie totale di circa 30.000 metri quadri, di cui 13.000 esclusivamente dedicati a spazi espositivi di vario genere, il museo ha l’obiettivo di celebrare l’arte in tutte le sue forme.
Il progetto futuristico e anticonvenzionale firmato Frank Gehry regalerà ai visitatori un ampio open space che unirà numerose gallerie, posizionate a diverse altezze, incastrate e inclinate tra di loro a rievocare le tradizionali torri del vento del mondo arabo. Oltre al museo, l’imponente struttura ospiterà anche un centro per l’arte e la tecnologia, spazi dedicati all’educazione dei bambini, archivi, una biblioteca, un centro di ricerca e un laboratorio di conservazione all’avanguardia. Oltre a questi ambienti, il Guggenheim di Abu Dhabi prevederà anche altre 11 strutture futuristiche di forma conica ideate per ospitare delle mostre, comprese opere site-specific realizzate dai migliori artisti contemporanei a livello globale. Dal grande atrio principale partiranno poi degli imperiosi ponti di vetro che collegheranno a questo spazio alcune gallerie, distribuite a loro volta su quattro livelli. Circondato su tre lati dalle acque scintillanti del Golfo Arabico, il sito di costruzione servirà anche come frangiflutti artificiale configurato per proteggere la zona incontaminata della spiaggia nord dell’isola.