BRERA
UN TERRENO COLTO
TESTO MAURIZIO FERRARI – FOTO ARCHIVIO
Oggi è uno dei quartieri simbolo di Milano, ma all’inizio, quando questa città non era ancora la “grande” Milano era una zona di prati e ortaglie. La trasformazione in quello che è adesso la si deve a due personaggi: Maria Teresa d’Austria e Napoleone Bonaparte che diedero impulso alla costruzione di palazzi, istituzioni e all’arricchimento degli stessi con opere d’arte. Il nome Brera deriva da bràida, termine latino medievale di origine longobarda che indicava un campo vicino ai centri abitati coltivato a prato. Sotto l’Impero Austroungarico, anche per volontà di Maria Teresa d’Austria, ci fu un forte impulso al cambiamento e alla creazione delle fondamenta di quello che sarà il quartiere degli artisti. Tra il 1706 e il 1796 prendono vita l’Accademia di Belle Arti, la Biblioteca Nazionale Braidense, il Palazzo di Brera con la Pinacoteca, l’Orto Botanico, l’Osservatorio Astronomico, l’Istituto di Fisica Generale Applicata e l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Luoghi che hanno profondamente cambiato l’immagine e la vita di questo quartiere incastrato tra la Scala, il Castello Sforzesco, il Piccolo Teatro e via Montenapoleone. La Pinacoteca, invece, si è arricchita di materiale attraverso l’azione di Napoleone Bonaparte che rubò opere in giro per l’Italia e le fece confluire a Brera. Al conquistatore francese è dedicata la scultura di bronzo di Antonio Canova all’ingresso della Pinacoteca (copia dell’opera originale in marmo conservata alla Apsley House di Londra). Napoleone è qui raffigurato come Marte pacificatore, ritratto secondo uno stile che si ispira all’arte classica greca e romana. Oggi sono conservati ed esposti opere del Mantegna, Raffaello, Caravaggio, Piero della Francesca, Modigliani, Boccioni e molti altri ancora. È il primo museo di Milano, solo l’Ultima cena di Leonardo da Vinci ha più visitatori. Palazzo Brera, oltre alla Pinacoteca e alla Accademia di Belle Arti, ospita l’Osservatorio Astronomico: l’astronomo Giovanni Schiapparelli ha scoperto qui i canali di Marte. Una interpretazione delle immagini del pianeta rosso che prevedeva un’azione erosiva della superficie a opera dell’acqua, come avviene sulla Terra. Questa teoria è durata dal 1877 sino al 1971, teoria che comunque ha dato il via all’esplorazione di Marte alla ricerca dell’acqua. Attorno all’Accademia e alla Pinacoteca si respira un’aria molto frizzante a livello creativo. È, infatti, Design District del Fuorisalone, un punto di riferimento internazionale per la promozione del design italiano. Durante il Salone del Mobile il quartiere si trasforma, diventa vetrina della creatività, ma mantiene questo legame con l’arte e il design anche durante tutto il resto dell’anno attraverso negozi, show-room degli stilisti e locali. Un quartiere vivo a qualsiasi ora, capace di offrire luoghi di aggregazione come angoli per meditare. Ne è l’esempio perfetto l’Orto Botanico ubicato accanto a Palazzo Brera. Cinquemila metri quadrati di verde nel cuore di Milano, con una impostazione da giardino storico, un luogo dove scoprire sì nuove piante, ma anche passeggiare immersi nella natura lasciando fuori la frenesia della città. Voluto da Maria Teresa è oggi gestito dall’Università di Milano che organizza anche visite guidate e momenti didattici al suo interno. La terza domenica del mese, tranne agosto, si tiene il tradizionale mercatino di Brera. Niente frutta e verdura, ma bancarelle con monili, abiti vintage, vetri lavorati, antiquariato e modernariato. Un mercato che ha caratteristiche uniche per gli amanti dell’arte e dell’oggettistica. In questo quartiere si può trovare uno degli edifici più belli della città in stile liberty: l’Acquario Civico, uno dei più antichi al mondo. Questa struttura fu realizzata in occasione della prima esposizione universale ospitata da Milano nel 1906. Ospita diverse vasche dove sono ricostruiti ambienti di acqua dolce e salata italiani, con un occhio particolare al Mediterraneo.
«CI SONO CITTÀ DI EVIDENTE BELLEZZA CHE SI DANNO
A TUTTI, E ALTRE SEGRETE, CHE AMANO ESSERE SCOPERTE»
Carlo Castellaneta
Brera è un quartiere ricco di angoli, che hanno una storia da raccontare, come l’Antica Farmacia in via Fiori Oscuri: ha più di 100 anni di storia ed è ancora arredata con i vecchi banconi e mobili di legno, fu la farmacia di Carlo Erba, famoso farmacista che diede origine a una delle prime fabbriche di medicinali italiane. Una pausa caffè al Jamaica, in via Brera, è obbligatoria, qui è passata la storia di Milano e dell’Italia e non solo: da Mussolini a Craxi per nominare due esponenti del mondo della politica (il primo non si fece più vedere lasciando il conto da pagare), mentre l’elenco degli artisti è molto più succoso Ernesto Treccani, Roberto Crippa, Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Valerio Adami, Ugo Mulas, Allen Ginsberg e molti ancora. Una curiosità: qui fu fondata la prima scuola italiana di sommelier da Elio Mainini, il proprietario, in collaborazione con Gualtiero Marchesi. Questo quartiere è come una pietra preziosa, un bellissimo brillante, dove ogni sfaccettatura restituisce un riflesso unico, una storia da ascoltare e farsi rapire da essa. Brera è l’anima artistica di Milano, un luogo dove passato, presente e futuro convergono per regalare momenti unici.