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BRYAN ADAMS

LE DUE ANIME DELL’ARTISTA CANADESE TRA CANZONI E SCATTI D’AUTORE
Testo Silvia Marchetti – Foto Bryan Adams

Bryan Adams è una vera star del pop-rock mondiale, un cantautore raffinato e un musicista completo, protagonista sulle scene da oltre 40 anni. Ha raggiunto l’apice della popolarità all’inizio degli anni ’90, grazie alla ballad “Everything I Do I Do It For You” (brano che detiene ancora oggi il record di sedici settimane consecutive al numero uno della classifica inglese). In carriera ha venduto oltre 100 milioni di dischi e vinto svariati premi, tra cui un Grammy Awards. Di recente l’artista canadese è tornato sulle scene con un nuovo album, “So Happy It Hurts”, nel quale la sua voce unica e inconfondibile, rimasta praticamente identica a quella di hit come “Cuts Like A Knife” e “Run To You”, continua a graffiare e a emozionare i fan. Ma forse non tutti sanno che a Bryan Adams, del successo, dei tour sold out e dei numeri del mercato discografico, non è mai importato molto. Perché dentro di lui si è fatta sempre più forte l’esigenza di seguire un’altra strada, per esprimersi e per raccontare storie non solo attraverso le canzoni. L’altro grande amore della rockstar di Kingston è, infatti, la fotografia.

Da circa due decenni, Bryan Adams ha deciso di cambiare tutto: si divide tra la carriera di musicista e quella di fotografo, una scelta che gli ha permesso di trovare un equilibrio e di metabolizzare i momenti più travolgenti della sua vita. “Gli anni ’90 sono stati duri per me, mi sono dimenticato un sacco di cose perché lavoravo troppo. Quando sono arrivati gli anni Duemila, ho deciso che era giunto il momento di ascoltare il mio cuore”, ha rivelato l’artista in una recente intervista alla BBC.
“Non c’è niente di più potente della fotografia: basta osservare le vecchie cover dei dischi. Avevo otto anni quando ho visto la faccia coloratissima di Janis Joplin su un LP. Non avevo mai visto una donna così. E non c’è immagine più iconica di David Bowie col fulmine sulla fronte”, ha raccontato la voce di “Please forgive me”.

GLI ANNI ’90 SONO STATI DURI PER ME, MI SONO DIMENTICATO UN SACCO DI COSE PERCHÉ LAVORAVO TROPPO. QUANDO SONO ARRIVATI GLI ANNI DUEMILA, HO DECISO CHE ERA GIUNTO IL MOMENTO DI ASCOLTARE IL MIO CUORE.

Bryan Adams

Così, nel 1999, è cominciata la sua “seconda vita”, fatta di meno note e parole e di molte più immagini. Bryan Adams è diventato, ben presto, uno dei fotografi più ispirati e richiesti nel mondo. Ha fotografato centinaia di artisti e personaggi illustri, collabora con prestigiose riviste (da Vogue a Vanity Fair), ha esposto in decine di mostre e firmato le copertine dei dischi di molti colleghi. Tra le pubblicazioni dei suoi lavori si ricordano “American Women”, “Exposed”, il progetto sui veterani di guerra britannici “Wounded: The Legacy of War” e “Homeless”. Nel 2005, a Berlino, è stato premiato con il Golden Camera; nel 2015, a Londra, ha ricevuto la Honorary Fellowship dalla Royal Photographic Society. Tra i suoi ritratti più famosi, quelli di Mick Jagger, Mickey Rourke, John Boyega, Amy Winehouse, Naomi Campbell, Bono, Joko Ono, Patti Smith, ma anche di politici e statisti, fino alla Regina Elisabetta, in occasione del suo Giubileo d’Oro. Ed è firmato Bryan Adams anche il Calendario Pirelli 2022, dal titolo “On the road”, ispirato a una canzone del suo ultimo album. Il 63enne canadese ha immortalato, tra Los Angeles e Capri, star del calibro di Cher, Grimes, Jennifer Hudson, Normani, Rita Ora, Bohan Phoenix, Iggy Pop, St. Vincent, Kali Uchis e Saweetie. “On the road” descrive visivamente l’esperienza dei musicisti impegnati in tour spesso lunghi e fatti di tanta solitudine.

“Conosco bene questa vita, è quella che ho fatto per decenni – ha confessato Bryan Adams – Attraverso i miei scatti ho provato a catturare, per trasmetterle a chi guarda, le condizioni psicologiche che si alternano in queste avventure spesso estenuanti. Noi musicisti non vediamo mai veramente la facciata dell’edificio, ma sempre e soltanto il retro. Passiamo dall’ingresso per gli artisti alla portiera della macchina, dalle porte dell’hotel a quelle del treno”. Nelle sue foto la diversità viene esaltata al 100%. “Voglio superare le distanze e abbracciare idealmente il mio soggetto. Voglio catturare il momento. Iggy Pop, ad esempio, mi è apparso davanti come se fosse un fuoco. Quando scatti è divertente, qualcuno resta come congelato, altri si animano”. Momenti preziosi, irripetibili, che si fissano per sempre nelle splendide opere di Adams. Fotografie che trasudano sentimenti, pensieri, dolori, gioie, speranze. Bryan cattura magicamente sguardi, corpi, anime.
E li consegna all’eternità dell’arte.