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BRYAN FERRY

L’INTRAMONTABILE DANDY DELLA MUSICA
TESTO DI SILVIA MARCHETTI – FOTO DI GIJSBERT HANEKROOT, GODDARD ARCIVE PORTRAITS, DFP PHOTOGRAPHIC, TRINITY MIRROR

Il fondatore e leader dei mitici Roxy Music è una vera leggenda e un’icona di stile. Un artista trasversale, capace di passare dal glam rock al jazz, dal pop più raffinato all’elettronica e al folk. Considerato una sorta di “rivale” di David Bowie, a 78 anni è pronto a stupire nuovamente i fan di ieri e di oggi.

Bryan Ferry è un self-made man e, come la maggior parte delle persone che si sono fatte da sé, la sua personalità deve rimanere mutevole, un work in progress. Da sempre curioso, perfezionista, poliedrico e stravagante, assetato di cultura e di novità, non ha mai badato a spese quando si è trattato di produrre un nuovo disco, per avvicinarsi il più possibile alla sua idea di eccellenza. Ha imparato dai più grandi: Charlie Parker, Billie Holliday, Otis Redding, Jimi Hendrix, Bob Dylan e Frank Sinatra (che lui definisce “eroi”), ascoltando fino allo sfinimento i loro capolavori.

Nato a Washington, in Inghilterra, nel 1945, Bryan Ferry si è laureato all’Accademia delle belle arti di Newcastle, dove ha iniziato a lavorare come insegnante di ceramica. Un’esperienza professionale in realtà molto breve, dato che la sua ossessione per la musica era, ed è ancora oggi, incontenibile. Nel 1971 l’artista britannico ha infatti deciso di tentare l’avventura come musicista, facendo un’audizione per entrare nei King Crimson. Non ci è riuscito, ma il suo talento gli ha spalancato le porte della E. G. Records, l’etichetta che ha poi messo sotto contratto i neonati Roxy Music.

Da quel giorno la carriera di Bryn Ferry è decollata. Nel giro di pochi mesi, i suoi Roxy Music sono diventati uno dei gruppi più innovativi dell’epoca. Sono stati etichettati come band glam rock, ma in realtà hanno mostrato una sensibilità diversa già con l’omonimo album di debutto, trascinato dal successo del singolo Virginia Plain.

PENSO CHE MUSICA E STILE COMUNQUE VADANO DI PARI PASSO E IO IN FONDO SONO UN ESTETA.
PERCHÈ NON ESIBIRSI IN SCENA IN SMOKING?

Bryan Ferry

Il secondo disco, For Your Pleasure, è uscito nel 1973, ma ha segnato l’addio di Brian Eno, sostituito da Eddie Jobson (già collaboratore di Frank Zappa e Jethro Tull). Da qui la svolta, per avvicinarsi a sonorità più eleganti, con un tocco soul e disco alle loro canzoni.

I Roxy Music non si sono mai risparmiati, cercando in modo quasi ossessivo di creare musica che doveva rompere col passato, pur affondandovi le proprie radici: rock elettrico, jazz, musica contemporanea, rock’n’roll, romanticismo, elettronica, in una inedita fusione che non ha avuto eguali. Tra classicismo pop e sperimentazione futuristica, la produttività del gruppo è impressionante: dieci singoli e cinque album di successo solo negli anni Settanta.

Manifesto, con copertina progettata dallo stesso Ferry, è uscito nel 1979 ed è stato l’ultimo con il batterista membro originale Paul Thompson. Il seguente Flesh + Blood (1980) ha riportato i Roxy Music in vetta alle classifi

che, grazie alle hit Over You, O Yeah e Same Old Scene.

Il popolarissimo Avalon del 1982, sulla scia del singolo More Than This, ha invece chiuso il capitolo Roxy Music. È questo il periodo in cui molti gruppi nascenti come gli Ultravox e i Japan, ma anche i Duran Duran e gli Spandau Ballet, vengono stregati dalla storica band e dallo stile del suo leader. Ed è sempre in questa fase che Bryan Ferry ha deciso di continuare la carriera da solista.

I primi progetti “in solitudine” della superstar inglese sono usciti già durante l’esperienza con la band, ma la consacrazione internazionale è arrivata per lui negli anni Ottanta, con l’album Boys & Girls, un grande successo in tutta Europa e negli Stati Uniti. E di grande successo sono anche i singoli Slave to Love, Don’t Stop the Dance, Is Your Love Strong Enough?, Kiss and Tell, Limbo e Bête Noire, che hanno lasciato spazio, negli anni Novanta, a Taxi, Mamouna (disco che contiene una nuova collaborazione con Brian Eno) e As Time Goes By, raccolta di cover di celebri brani degli anni Venti e Trenta.

Il nuovo Millennio targato Ferry si è aperto, invece, con il suo album solista più amato dai fan e dalla critica: Frantic, che unisce composizioni originali ad alcune cover di Bob Dylan. I successi del poeta del rock tanto amato da Bryan sono stati rivisitati anche in Dylanesque del 2007, seguito da Olympia (a cui hanno partecipato gli ex membri dei Roxy Music) e da Avonmore, l’ultima fatica originale dell’artista britannico, datato 2014.
Bryan Ferry ha riunito gli ex compagni dei Roxy Music in un paio di occasioni, l’ultima nel 2022, per celebrare i 50 anni dal loro album di debutto con il fortunato tour Re-make/Re-model. E oggi? L’icona della musica mondiale, 78 anni compiuti a settembre, continua a fare la cosa che più lo appassiona e che lo fa sentire vivo: sperimentare, giocare con le sonorità e con le parole.

Entro fine anno uscirà la ristampa di Mamouna, che conterrà rarità e outtake e, soprattutto, il disco inedito Horoscope, progetto rimasto chiuso in un cassetto per decenni. Quel che è certo è che Bryan Ferry saprà stupire ancora una volta fan e colleghi di tutto il mondo, con il suo talento e il suo coraggio. E perché no, anche con i suoi look che dettano moda da oltre mezzo secolo.