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ROBERTA GENTILE

IL TALENTO INCONTRA L’OPPORTUNITÀ
TESTO DI ELISABETTA RIVA – FOTO DI MARCO GLAVIANO | CASSIE VON P

Quando si dice di una persona che è di talento, si intende affermare che ha un’innata capacità non comune nel fare qualcosa, associata a genialità o estro vivace.
La definizione è perfettamente calzante per Roberta Gentile, giovanissimo e puro talento del neo soul (o nu soul), ossia di quel genere musicale che fonde R&B contemporaneo, soul degli anni settanta e pop rap.
Roberta, nata ad Andria (BT) nel 1994, emette fin da bambina vagiti in chiavi di sol e, date le sue doti, frequenta diverse scuole musicali. Studia innanzitutto al Conservatorio N. Piccinni di Bari, per poi ottenere un diploma presso un’accademia di teatro di Milano – la sua città adottiva– e uno presso il London College of Music, il Conservatorio londinese fondato nel 1887 che vanta, tra i vari direttori susseguitisi nel tempo, i noti compositori britannici William Lloyd Webber e John McCabe.
Il suo esordio di fronte a un pubblico risale al 2017, anno in cui si esibisce all’EXPO-Experience di Milano – il progetto che ha visto una parte del terreno che ha ospitato l’Esposizione Universale essere destinata ad attività ed eventi di vario genere – e nella Notte degli Oscar di Vanity Fair. Sempre nello stesso anno partecipa a un programma televisivo in onda su canale 5 – The Winner Is – in collaborazione con Radio 105.

“UNO DEI PIÙ IMPORTANTI PEZZI MANCANTI NEL MIO SOGNO MUSICALE. NON VEDO L’ORA DI PRESENTARLA ALLA SCENA MONDIALE DOVE È NATA PER BRILLARE.”

Jean Paul “Bluey” Maunick

Grazie al batterista e polistrumentista italiano Francesco Mendolia, entra in contatto con il leader della band di fama internazionale Incognito, il mitico chitarrista, capofila, compositore e produttore discografico britannico – nato a Mauritius – Jean Paul “Bluey” Maunick, con il quale inizia subito a lavorare per la produzione di un album inedito registrato tra l’Hackney Studios di Londra e il Krabi Road Studios di Ao Nang (Thailandia). Bring it on – questo il titolo dell’album – è un disco soul che strizza l’occhio al jazz, che vede la presenza di un’orchestra di 20 archi diretta dal maestro Sion Hale, che ha lavorato con artisti come Bjork, Jamiroquai, Sam Smith, George Benson e tantissimi altri.
Il 2017 è proprio l’annus mirabilis, l’anno meraviglioso di Roberta, che nel mese di dicembre fa il suo debutto internazionale al Blue Note di Tokyo e al Blue Note Nagoya di Osaka. Il mese seguente è la volta del Blue Note Milano, in cui a supportarla sono la Thames River Soul – la nuova band composta da Francesco Mendolia, Francisco Sales e Francis Hylton – e Matt Cooper degli Incognito, che apre i concerti della medesima band.
Nel gennaio 2019 Roberta arriva al Ronnie Scott’s di Londra, uno dei più importanti Jazz Club del mondo. Nel mese di novembre dello stesso anno esce l’ultimo lavoro degli Incognito, la cui traccia numero 8 è Absent in spring di Roberta, che ottiene più di 50000 ascolti solo in America. E nel mese di dicembre dello stesso anno esce il suo singolo d’esordio con l’etichetta discografica di Jean Paul “Bluey” Maunick, che anticipa l’uscita del disco.

Durante il lockdown mondiale, la Splash Blue – etichetta discografica londinese dello stesso Bluey – presenta You, l’ultimo singolo con cui Roberta apre una raccolta fondi per degli ospedali per l’emergenza Covid-19, e nel mese di novembre 2020 vengono pubblicati due pezzi del disco: Play me e Che male c’è, cover del celebre brano di Pino Daniele.
Crediamo che non ci siano parole migliori per descrivere l’abilità di Roberta di quelle utilizzate dal suo mecenate che la descrive come «uno dei più importanti pezzi mancanti nel mio sogno musicale […] Non vedo l’ora di presentarla alla scena mondiale dove è nata per brillare».
Roberta è una ragazza che può considerarsi baciata, oltre che da Euterpe, la musa della musica e in seguito della poesia lirica, anche da Tiche – in greco antico Tύχη, Týchē – la divinità tutelare della fortuna, e da Fortuna, la dea romana del caso e del destino.
La ragazza, infatti, ci racconta che un giorno riceve un’inaspettata e-mail da parte di un musicista di una band che ascoltava da bambina. Una e-mail che le cambia il modo di vedere la realtà, il modo di sentire e percepire tutto ciò che la circonda. In poche parole: che le cambia la vita stessa.
Sì, il mittente della e-mail è proprio Jean Paul “Bluey” Maunick che le chiede se ha voglia di collaborare con lui per la produzione di un album inedito, tutto incentrato su di lei e basato solo sulla sua voce e sulla sua anima. Talmente forte è il suo stupore nel leggere queste parole in una fredda mattina d’inverno, che rimane cinque ore a fissare il soffitto nella sua casa milanese, incredula. Milano, città con la quale non è stato amore a prima vista – Roberta aveva lasciato la sua bella terra natia, la Puglia, per inseguire i suoi sogni, proprio come fanno molti giovani – diventa, grazie ad una lettera, il luogo della catarsi di Roberta: tutto il dolore fino a lì accumulato, tutto quel periodo milanese così buio (the feeling was so blue) dovuto anche alla fine di un amore, si trasforma in gioia, in musica.
Cominciano lunghe chiacchierate via Facetime con Maunick: Roberta ancora oggi ride per il fatto che ai tempi parlava a malapena inglese, ma le si leggono in realtà negli occhi tutta la fatica e la frustrazione provate per comunicare in una lingua a lei estranea.
A fare da mediatrice tra i due, però, e a impedire che Roberta si lasci scoraggiare, è il linguaggio universale per antonomasia, la musica, che supera ogni barriera culturale e linguistica.